Rubrica #inbibliotecaisia: vol. 1 – “Funzione della ricerca estetica” di Enzo Mari

3 Novembre 2020

Una rubrica per promuovere e far riscoprire libri e riviste che parlano di design e designer e che fanno parte della Biblioteca ISIA Firenze.

Inauguriamo #inbibliotecaisia: vol. 1, parlando di Funzione della ricerca estetica di Enzo Mari, tra i più grandi designer italiani del Novecento nonché docente storico dell’ISIA di Firenze.

SCHEDA

Titolo: Funzione della ricerca estetica – The function of esthetic research

Autore: Enzo Mari

Pubblicazione: Edizione Milano, Edizioni di Comunità

Anno: 1970

Collocazione Biblioteca ISIA: Codice Soggetto 5.1.4 Num. Catalogo 5246 – Mar

L’ISIA, diretto agli inizi degli anni ’80 dal Prof. Cecchetti, vive le temperie di questi anni con vivacità di dibattito. All’interno dei corsi si evidenzia una contrapposizione di linee metodologico-didattiche. Enzo Mari persegue il suo obiettivo didattico con un “laboratorio di design” in cui gli studenti affrontano tematiche di impegno sociale e di riflessione filosofica, che mirano a coniugare forma e significato.

Tra i primi frutti della sua attività di teorico e filosofo e design è il saggio Funzione della ricerca estetica, pubblicato nel 1970.

In Enzo Mari la vocazione pedagogica, testimoniata anche da innumerevoli attività didattiche quali conferenze, seminari, cicli di lezioni accademiche e svariate pubblicazioni. Il designer, secondo la concezione di Mari, non si sarebbe dovuto limitare alla creazione di oggetti belli e forme piacevoli: l’aspetto funzionale era imprescindibile, così come lo era l’efficienza delle scelte progettuali in campo di materiali e lavorazioni, “non può esservi poesia senza metodo”. Nella sua visione, l’utente non è più consumatore passivo, ma diventa un fruitore di un oggetto e di un processo (quello del design) in cui ha una parte attiva. Il suo pensiero e sempre verso una profonda volontà analitica e della sua personale tensione utopizzante. Mari sostiene la necessità di “riverificare il mondo, la globalità dei problemi all’interno delle nostre esperienze specifiche. Occorre ridirle le cose, ribadirle nel contesto dell’attività pratica”.

Sul definirsi e sulla ricerca del proprio lavoro si è sempre cosi apostrofato: “Io mi diverto a fare questo lavoro, lotto per la mia felicità. Mi diverto molto anche se questo divertimento è basato su un continuo litigio con il mondo. Sono uno di quei folli che ama divertirsi affrontando imprese difficili”.