Omaggio a Dante Nannoni

8 Luglio 2020

Mercoledì 8 luglio 2020 ci ha lasciati Dante Nannoni, docente storico dell’ISIA Firenze. Il ricordo del nostro prof. Giuseppe Furlanis.

“I greci dicevano che la meraviglia è l’inizio del sapere e allorché cessiamo di meravigliarci corriamo il rischio di cessare di sapere”.

Con questa citazione di Ernest Gombrich Dante Nannoni ha iniziato il suo testo per il libro Il dedalo dell’immagine: il design e il problema della raffigurazione curato dal suo allievo e caro amico Maurizio Comparini. Non può esserci citazione migliore per ricordare lo spirito con cui Nannoni insegnava la Geometria descrittiva e proiettiva, il cui scopo primario non era tanto quello di favorire negli studenti lo sviluppo di conoscenze specialistiche e di competenze grafiche, quanto quello di alimentare in loro una curiosità culturale per le forme nella loro complessa configurazione che trovava nella geometria la sua origine estetica e funzionale.

Questa curiosità culturale che deve, usando sempre la sua citazione da Gombrich, destare meraviglia ha caratterizzato tutta la vita di Nannoni; il suo modo di guardare le cose per comprendere la loro essenza, la loro valenza cognitiva e rappresentativa. È rimasto in me il ricordo delle piacevoli discussioni sulla particolare asimmetria della gondola in cui il lato più lungo, opposta la fòrcola, è funzionale alla vogata, oppure sulle geometrie della cupola di Brunelleschi per Santa Maria del Fiore, in cui le vele realizzate sulla base di un cilindro ellittico, sanno unire bellezza e funzione statica. Argomento, questo, che Nannoni ha più volte affrontato sia per un suo interesse, sia come esercitazione didattica. Altrettanto piacevoli le conversazioni con lui sulla musica, disciplina che amava particolarmente e che trovava affine alla geometria per la sua capacità di generare armonia attraverso un rigoroso processo compositivo.

Foto di Dante Nannoni durante una lezione di Geometria Descrittiva all'ISIA di Firenze, 1992
Dante Nannoni durante una lezione di Geometria Descrittiva all’ISIA di Firenze, 1992

L’entusiasmo con cui insegnava la Geometria descrittiva e proiettiva, avvicinava alla disciplina anche gli studenti che la trovavano più ostica o che erano meno dotati. Nessuno studente deve rimanere indietro! Era solito ripetere per dar evidenza al compito principale dell’insegnante che non è quello di trasferire conoscenze ma di accompagnare tutti gli studenti a comprendere le cose per arricchire il loro bagaglio culturale. Per evitare che nessuno rimanesse indietro la sua dedizione era totale, sempre disponibile ad incontrarsi con gli studenti al di là delle lezioni, per un confronto sugli argomenti trattati oppure per una revisione degli elaborati. I suoi disegni, sulla sua lavagna di nove metri, tanto precisi nella loro complessità da apparire come veri e propri capolavori, davano evidenza a come la qualità dei risultati si raggiunga solo attraverso un metodo di lavoro esatto e scrupoloso e un continuo esercizio.

La sua attività di insegnamento è iniziata negli anni cinquanta all’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana. Nel 1962 è tra i promotori, assieme Landi, Benevolo, Spadolini, Koenig, del Corso Superiore di Disegno Industriale (CSDI), mantenendo comunque l’insegnamento al Magistero di Porta Romana. Magistero che ha avuto un ruolo di rilievo nella formazione e abilitazione di gran parte degli insegnamenti di Geometria descrittiva e Disegno professionale che sono entrati nella scuola alla fine degli anni sessante o inizio anni settanta. Nannoni era da tutti loro ricordato per la passione con la quale insegnava, per la sua capacità di trattare in modo chiaro gli argomenti e, soprattutto, per i suoi disegni alla lavagna, precisissimi nonostante la loro complessità. Un diffuso apprezzamento che a reso Nannoni una figura mitologica negli istituti d’arte e licei artistici: era per tutti l’insegnante per eccellenza!

Altrettanto prezioso il contributo all’insegnamento della Geometria proiettiva e descrittiva offerto da Nannoni attraverso le sue numerose pubblicazioni, principalmente edite da Cappelli, adottate come libri di testo dagli anni sessanta sino ai giorni nostri. Pubblicazioni in cui la disciplina è stata aggiornata in forma continua recependo i contenuti delle riforme che negli anni si sono succedute nell’ambito della formazione di indirizzo artistico. Questo sebbene non abbia mai condiviso la scelta, presente nei nuovi programmi ministeriali, di estendere i confini della geometria proiettiva e descrittiva per sovrapporsi alla progettazione. Una scelta che a suo avviso oltre a ridurre la specificità di entrambe le discipline, ne semplificano eccessivamente i contenuti, rischiando di interpretare il disegno geometrico più come formazione di competenze che sviluppo di conoscenze.

All’inizio degli anni settanta, quando il CSDI è stato trasformato in ISIA (Istituti Superiore per le Industrie artistiche), Nannoni è incaricato nuovamente per l’insegnamento della geometria descrittiva e proiettiva, e continuerà ad insegnare all’ISIA sino al 2015. Una carriera lunghissima che ha sospeso con grande dispiacere all’età di ottantotto anni.

Dante Nannoni durante una lezione al primo corso all’ISIA di Firenze. Foto: Martina Ginevra Albano

Parallelamente al suo incarico all’ISIA, negli anni settanta e ottanta, ha insegnato all’ISA di Porta Romana e alla Facoltà di architettura di Firenze dove ha tenuto corsi monografici riguardanti la decodifica della prospettiva nelle raffigurazioni pittoriche. Esperienza didattica in parte documentata nella pubblicazione Architettura senza cantiere: Immagini architettoniche nella pittura e scultura del Rinascimento (1989) di cui è stato autore assieme a Carlo Cresti.

La sua innata curiosità le ha permesso di sperimentare negli anni molteplici forme espressive e strumenti tecnici; sono infatti numerose le sue opere artistiche, soprattutto disegni e incisioni, e i suoi progetti di architettura e design diversi dei quali pubblicati.

Ma chi ha conosciuto Dante Nannoni sa che la cosa che più di ogni altra dava risalto alla sua personalità era il suo modo d’essere, sempre estremamente educato, cortese, anche umile, ma in cui risaltava una personalità ricca e sfaccettata; una figura di docente che, purtroppo, sembra essere ormai smarrita.

Un caro saluto, caro Dante!