Urbarïum – Risonanze locali
Uno strumento contemporaneo per codificare, catalogare, registrare e conservare, come un botanico del XVIII, le scoperte legate ai centri urbani visitati. Un taccuino/guida turistica alternativa alle città, che trasforma le persone da turisti a “urbaristi”
- Studentessa: Virginia Viapiano
- Tesi: di II livello in Design della Comunicazione
- Anno Accademico: 2017 / 2018
- Relatore: Massimo Alvito
Urbarïum è pubblicato da Frab’s Publishing.
È stato, inoltre, oggetto di diversi articoli, tra i quali:
- Urbarïum Semen, un taccuino per “urbaristi” alla scoperta della città
Di Giulia Ficicchia, FrizziFrizzi, 22 luglio 2020 - “Urbarïum Semen”, il taccuino per viaggiatori lenti, attenti e anti-social
di Luca Baccolini, La Repubblica, 28 agosto 2020
Urbarïum nasce per mostrare una città con occhi diversi. Che il motivo sia una semplice passeggiata o un giro turistico, il centro urbano richiede una messa a fuoco maggiore rispetto a quella che gli si dedica di solito. Il fenomeno del turismo, oggi uno dei principali motori dell’economia mondiale, ha innestato nelle persone il cosiddetto “sguardo da turista”, una modalità di visitare i luoghi superficiale e spesso controllata. I punti di maggiore interesse e che caratterizzano l’immagine di una meta turistica sono detti marker e convogliano intorno a sé le folle dei turisti, che creano congestione e allontanano quel determinato luogo dalla quotidianità del contesto. Gli oggetti diventano semplici soggetti di una foto, spesso guidata dall’immagine presentata attraverso i canali turistici, perdendo l’aura e la storia accumulate nel tempo. Le cose vanno osservate e capite perché intorno a loro si sono vissute esperienze e si è accumulata la polvere invisibile del tempo.
L’obiettivo diventa quindi quello di porre l’attenzione su luoghi, oggetti e atmosfere che caratterizzano una città allontanandosi dai punti di maggior afflusso, facendo in modo che certe zone non si riducano a bolle turistiche. Motore d’ispirazione è stato il concetto di erbario, usato in modo massivo durante Medioevo e Rinascimento per la catalogazione delle piante e delle relative proprietà. L’erbario costringe chi lo crea a osservare e analizzare i propri oggetti di studio, per comprenderli e registrarli. E così deve essere per i luoghi della città: bisogna viverli, sentirli con tutti i sensi e avvicinarcisi. Nasce così Urbarïum, l’erbario urbano dedicato a chi desidera uscire dai percorsi prestabiliti e scoprire angoli nuovi. Due sono le versioni dell’Urbarïum: il Semen e l’Arbor. Il primo è un taccuino vergine da riempire con le esperienze vissute in più città, è un seme che va fatto crescere; il secondo invece è monografico, ogni numero illustra una città diversa attraverso l’occhio strabico di un insider, per far sì di guidare il turista in un percorso non convenzionale, cogliendo strani frutti da questo albero. Il vero obiettivo, su cui si basano entrambi i volumi, è la scoperta: il turista, tra un punto di interesse e l’altro, è invitato a scoprire, registrare e battezzare il luogo che l’ha più colpito. La catalogazione è ispirata a quella dell’erbario e al mondo naturale in genere. Arbor e Semen diventano così strumenti complementari seppure forti anche individualmente. Nell’Arbor la scelta di concentrare i luoghi nel centro urbano è dovuta alla volontà di privilegiare i piedi come mezzo di trasporto primario, lento ma propedeutico a una presa di coscienza maggiore rispetto a ciò che c’è nello spazio. In particolare il Semen si trasformerà in un oggetto estremamente personale e fungerà da diario di viaggio e ricordo della propria gita. In questo modo l’impatto del turista sulla città diventa meno invasivo e ciascuno riuscirà a vivere un’esperienza taylor-made, di cui il souvenir sarà proprio lo stesso Urbarïum.