Architettura, arti applicate e industrial design negli anni della ricostruzione postbellica toscana
a cura di Mirella Branca e Mauro Cozzi
Architettura, arti applicate e industrial design negli anni della ricostruzione postbellica toscana (1944-1966)
Atti del Convegno
Editore: Edizioni ETS
Collana: Quaderni del Cedacot
Anno: 2022
ISBN: 9788846763808
Atti del convegno promosso da Cedacot in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti e l’ISIA di Firenze.
Firenze, Accademia di Belle Arti, Sala del Cenacolo, 18 novembre 2021
e Manifattura Tabacchi, Sala delle Feste, 25 novembre 2021
Testi di:
Massimo Becattini, Mirella Branca, Annarita Caputo, Gabriella Carapelli, Silvia Ciappi, Mauro Cozzi, Giuseppe Furlanis, Ezio Godoli, Alessia Lenzi, Monica Pacini, Mauro Pratesi, Maria Cristina Tonelli, Giovanna Uzzani, Marina Vignozzi Paszkowski.
Si narra e si ripensa qui la Toscana della Ricostruzione. Quella che poneva fiduciosamente il lavoro al primo posto, nel rispetto dei valori espressi dalla nuova Costituzione, e che legava in un tutt’uno la brulicante operosità dell’Oltrarno fiorentino, il vetro verde dell’Empolese, le ceramiche Bitossi e quelle dell’Impruneta, le prime sfilate d’alta moda o le memorabili mostre di Palazzo Strozzi dedicate ai fenomeni artistici e ai maestri più importanti del Novecento.
Un gruppo scelto di studiosi di diverse età, formazioni e specializzazioni si è impegnato su tematiche tutto sommato poco frequentate, specialmente se riferite al contesto geografico qui considerato, che nelle storie italiane del design e del prodotto industriale – e più in generale dell’arte della seconda metà del secolo – non ha riscosso grande audience.
Curatori
Mirella Branca
Storica dell’arte formatasi all’Università di Firenze, ha alle spalle un’attività svolta per oltre vent’anni nel Ministero dei beni culturali, presso le soprintendenze fiorentine, con incarichi di direzione museale e di tutela del territorio, lavorando su emergenze monumentali come le ville medicee della Petraia e del Poggio Imperiale. Ha curato tra l’altro i decreti di notifica della stazione di Santa Maria Novella, della Manifattura Tabacchi, della casa e dello studio di Leonardo Savioli al Galluzzo, nonché di apparati decorativi novecenteschi come quelli del vecchio Teatro Comunale, oggi al Teatro del Maggio, e dell’ex cinema Arlecchino in Oltrarno. Come studiosa di problematiche del Novecento, in una particolare attenzione alla realtà toscana, ha svolto un’ampia attività saggistica e curato mostre in questo ambito. Tra i lavori recenti, si ricordano la curatela della sezione dedicata a Gino Severini per la mostra Bellezza Divina (Firenze, Palazzo Strozzi, 2015) e quella, insieme a Jonathan K. Nelson, della personale di Marcello Guasti (Fiesole, Museo Archeologico, 2019). Del 2019 è il volume Sineo Gemignani pittore realista di impegno civile. 1917-1973, da lei curato.
Mauro Cozzi
Architetto, già professore associato di Storia dell’architettura, per molti anni ha insegnato Storia del design presso l’ISIA di Firenze. È Accademico del disegno. Come studioso si è interessato del Cinquecento (una monografia su Antonio da Sangallo il Vecchio) e soprattutto dell’Ottocento e del Novecento, pubblicando un centinaio di lavori tra i quali un libro su I Coppedè (1982, con R. Bossaglia). Da solo o con altri, ha studiato le vicende ottocentesche del duomo di Firenze (1987) e l’edilizia in Toscana dal XVII al XX secolo; ha dedicato monografie alla storia dell’alabastro di Volterra e all’industria artistica del medio Ottocento (1996). Ha lavorato al Dizionario Biografico degli Italiani e, sotto la direzione di F. Braudel, a Prato, storia di una città. Ha inoltre prodotto studi sull’architettura dell’industria, sull’attività di architetti, ingegneri e impresari e al rapporto tra architettura e fotografia. Con E. Godoli e P. Pettenella ha curato gli atti del convegno su Angiolo Mazzoni (Skira, 2001) e sull’architettura ferroviaria italiana; per conto dell’Accademia delle Arti del Disegno, il volume Schegge futuriste. Studi e ricerche (con A. Sanna, Olschki) e di recente, per Mandragora, Le Rampe del Poggi. Storia e recupero.