Intervista a Massimo Alvito sul progetto “manuale distruzione”
Pubblicato: 27 Maggio 2022
a cura di Serena Bedini
Manuale distruzione, progetto editoriale nato nell’ambito del corso di Tecniche di Scrittura per i Media, vuole essere un “racconto dell’Antifragile”, partendo dalle istanze di Nassim Taleb nel suo saggio Antifragile – Prosperare nel disordine (Il Saggiatore) e le sviluppa nell’ambito della narrazione.
Così manuale distruzione appare come la narrazione delle vicende di sette personaggi che, ognuno traendo spunto e riflessione dalla profondità della propria esistenza, comprendono come l’unica energia creativa nasca dalla distruzione. Un distruzione che irrompe in ogni aspetto della vita: nell’immaterialità di luoghi comuni e stereotipi e nella concretezza delle convenzioni, delle convenienze, degli opportunismi e delle razionalità economiche. Ma è proprio così? Lo abbiamo chiesto al prof. Massimo Alvito, docente del corso di Tecniche di Scrittura per i Media presso ISIA Firenze e curatore del progetto editoriale.
Com'è nato il progetto editoriale "manuale distruzione"?
Tutto nasce da alcune fondamentali domande: cos’è che distingue un pensiero da un’idea? un’intenzione da un gesto? un progetto da un oggetto? un racconto da una storia?
È proprio in questo gap, nel divario tra una narrazione programmata e la sua performance nello spazio-tempo di un libro, di una mostra, di 7 oggetti simbionti raccontati dalle storie di 7+ personaggi, che scaturisce l’idea stessa di manuale distruzione. Anzi, non l’idea ma il nucleo stesso dell’insight originario, quell’intuizione che ha scaraventato un team di designer fatto di 7 NU – le Unità Narrative incaricate di districarsi tra le fibre di altrettante isotopie ricombinanti – a costruire un percorso inaudito: lasciare che 7+ personaggi incarnassero e attraversassero le proprie storie nelle intersezioni tra i vari sé. Inoltre, occorre specificare che manuale distruzione è un progetto nel progetto, ovvero è la parte di writing design che accompagna il progetto Post-global Village – Design Antifragile del Prof. Mirko Tattarini al Fuorisalone 2022.
Perché l'assenza di apostrofo nel titolo? Perché "manuale distruzione" e non "manuale d'istruzione"?
Nella costante perdita di orientamento offerta generosamente al lettore, perseguita con caparbia determinazione dalle Unità Narrative, si è forgiata questa visione sull’Antifragile, piegando creatività e progetto ad un solo obiettivo: scrivere questo manuale. Che, perdendo l’apostrofo, trasforma il libro in un mattone pronto a deflagrare sulla testa del lettore, detonante ordigno verbale che marca il potere di una scrittura post-ouplipiana, possibile e dovuta, urgente perché viva.
Qual è la chiave di lettura di questo lavoro? Che cosa lo rende speciale e affascinante, rendendolo creativo al punto di essere innovativo?
Qui l’errore ha trionfato come metodo, prendendo il sopravvento sul programma. Ma non solo questo: l’oscurità sulla chiarezza, il caos sull’ordine, il caso sulla determinazione, l’inesplicabile sul perspicuo, l’invisibile sul manifesto, l’incertezza sulla evidenza, la volatilità sulla stabilità.
Scegliere di frammentare e sfigurare la narrazione dell’Antifragile in un racconto multi-pov (ma assolutamente non collettivo o corale), dove gli scarti e gli innesti sono più rilevanti dei singoli archi narrativi, ha dato luogo a un risultato sorprendente perché impossibile da presagire. È il caso di dirlo chiaramente: qui la parola impaginata trionfa su quella immaginata e il suo output è un caso inedito di Writing Design, dove trova posto l’unica categoria – la più potente – sfuggita allo sguardo acuminato di Nassim Nicholas Taleb: la narrazione e la sua arma, la scrittura.