Less is Next
A cura di François Burkhardt, Giuseppe Furlanis, Angelo Minisci
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Per un design solidale e sostenibile
Un progetto di: Stefano Maria Bettega e Silvia Grilli
A cura di: François Burkhardt, Giuseppe Furlanis e Angelo Minisci
Prefazione di: Stefano Maria Bettega
Editore: La Marina
Anno: 2008
Come conciliare lo sviluppo economico con le esigenze di tutela della natura con i bisogni di equilibrio ed equità sociale? François Burkhardt nella sua articolata attività di architetto, storico del design, direttore di musei e riviste, ha sempre promosso un rinnovamento dei linguaggi formali e simbolici delle merci entro una cornice di valutazione critica e ha sempre posto in primo piano quei principi etici che devono essere alla base di ogni azione progettuale.
In questo libro, curato con Giuseppe Furlanis e Angelo Minisci, egli utilizza la ricca esperienza dell’ISIA di Firenze per far emergere il ruolo centrale che la formazione assume nello sviluppo di una coscienza critica nel design. Burkhardt vede nelle scuole di progettazione un possibile argine a quella dilagante concezione che interpreta il design come ancella di uno sviluppo economico-produttivo fondato sull’unico valore del profitto economico e che vede nel continuo e sempre crescente consumo di merci e risorse naturali la sua unica energia di sviluppo. Burkhardt affronta il tema della formazione nel design attraverso un percorso storico: dalla Central School of Arts and Crafts di William Richard Lethaby alla Bauhaus di Walter Gropius, dalla Hochschule für Gestaltung di Max Bill e Tomàs Maldonando, all’esperienza italiana degli ISIA.
La sua attenzione si sofferma sull’ISIA di Firenze, per la capacità di questo istituto di proporsi come un laboratorio culturale, un luogo di confronto tra diverse visioni del design contemporaneo. Se si pensa all’evoluzione della società industriale e alle attuali tendenze dell’economia liberale, è indispensabile attribuire alle istituzioni formative un ruolo determinante nello sviluppo di un pensiero critico e di una coscienza sociale. I centri di formazione non rappresentano solo luoghi di preparazione alla professione, ma si presentano come laboratori culturali in cui nascono i pensieri nuovi, improntati al dovere di ricercare alternative ai complessi orientamenti della società contemporanea… Sebbene il nostro non sia più il tempo in cui si possono fissare regole certe o individuare valori stabili e universali, chi ha compiti progettuali, e ancor più chi è impegnato nella formazione, non può rinunciare a mantenere nel proprio orizzonte una prospettiva ideale di riferimento che dia un senso etico alle proprie scelte.